Castel Del Piano, 3 Maggio 2016
Junior Santa Sabina – Nestor: 5-5
Il destino ha scelto Castel del Piano come cornice per la nostra “ultima”: la partita dei saluti pieni di emozione, certo.
Ma ancor più la partita della “sintesi”, del racconto di un’esperienza vissuta con una dedizione assoluta da parti di tutti intorno a questi ragazzi, a un pallone e alle loro divise del Santa Sabina.
E’ un anno intero che va in scena qui, in questo luogo. E’ l’anno che i nostri ragazzi hanno portato umanamente e calcisticamente dentro di loro piano piano, giorno dopo giorno…
“Un passo alla volta, un tiro alla volta, un gol alla volta”…uno di noi, un amico, lo ripete sempre…puntando l’accento sull’importanza della pazienza nello sport. Del sapere aspettare.
Ci sono ragazzi che hanno bisogno di uno stop in più, di un controllo in più…di un momento in più. Bisogna solo saperli e volerli aspettare. E questo è un lavoro interiore che prima di tutti dobbiamo saper fare noi adulti, noi che siamo fuori ad ammirare le loro gesta. Che DOBBIAMO imparare a fare noi adulti.
Il loro tempo è probabilmente diverso dalla velocità con cui viaggia lo sport in generale e questo calcio in particolare. Sicuramente lo è. Ma negli spogliatoi ci sono ancor una volta anche loro, questi ragazzi un po’ più indecisi ma come sempre pronti, con la loro grinta, il loro amore per questo sport.
Pronti per l’ennesima sfida in cui le uniche certezze saranno un’impresa difficile da un lato e la loro passione dall’altra.
Arrivano uno a uno i nostri ragazzi in divisa bianca: sono cresciuti così tanto sportivamente, ognuno a loro modo certo!, che mi piace -per questi saluti- chiamarli “Blancos”. E non solo per il colore delle divise.
Se lo meritano. Per ciò che ci hanno dato ogni volta e per un anno intero; per le emozioni che ha emanato ogni loro singolo gesto, a volte apparentemente “sdatto” ma che sappiamo sarà solo il gesto da cui ripartire per un gesto migliore, domani; per la voglia che ci hanno messo in ogni allenamento e poi partita; per la volontà di tenersi aggrappati a un sogno, anche se per loro (solo)apparentemente un po’ più distante e complicato da raggiungere…
Eccoli, in rigoroso ordine alfabetico e stavolta, oltre ogni consuetudine calcistica, solo con il loro nome “stampato” idealmente su queste maglie che non tutti hanno potuto vestire per quest’…ultimo passaggio. Nomi per rappresentare tutti, come se fossero “comuni” anziché “propri”: vi prego di considerarli così perché insieme loro c’era ogni loro compagno che con loro ha vissuto comunque l’appassionata storia di un anno insieme.
Eccoli: Alessandro, Alessio, Antonio, Diego, Erion, Michele, Lorenzo, Luca, Nicola, Tommaso.
Mister Michele (Santiccioli) che di loro ha curato la crescita calcistica e umana in questi mesi insieme chiude le porte degli spogliatoi e mai come questa volta i ragazzi sentono che è importante ciò che stanno per ascoltare.
“Mettiamo in campo tutto quello che abbiamo imparato e che sappiamo fare. Tutto quello che abbiamo provato a fare tante altre volte, oggi, proviamolo a fare un po’ meglio. Sono sicuro che se ci concentriamo, oggi ancora di più di sempre, ce la faremo a fare anche sul campo ciò che abbiamo nella testa. Senza paura…”
Non c’è nel discorso di preparazione la frase “ultima partita” né l’espressione “ultima volta” e a chi ascolta appare significativo. Molto significativo. Il Mister sembra chiedere una sintesi appunto: la sintesi delle emozioni di un anno attraverso le abilità acquisite. Perché no?
Gli occhi dei ragazzi su quelle panche racchiudono determinazione. Il silenzio atipico che precede questa partita appare irreale e cela una forte determinazione.
Andiamo ragazzi!
Quando entri in campo non lo sai mai come potrà andare: se sei più forte o più scarso puoi vivere di quelle sensazioni ma il bello dello sport è che poi, alla fine, quasi mai è davvero come te la immaginavi.
Potrai sentirti già vittorioso o già vinto, addirittura, ma scoprirai che anche la vittoria o la sconfitta che ti aspettavi assumeranno forme differenti , alla fine. E regaleranno a te e a chi sarà intorno a te emozioni intense al di là di ogni aspettativa. Basta solo saper aspettare e dedicare a ciò che si fa la giusta dose di attenzione…
Al di là della palla al centro sono posizionati i ragazzi in blu della Nestor che più volte abbiamo visto all’opera. Qualcuno d loro è davvero forte lo sappiamo, ma i nostri genitori ce lo dicono sempre che i più bravi, i più forti possiamo contrastarli purché ci mettiamo il massimo…del massimo impegno. E si! Ci metteremo tutti noi stessi, anche oggi. Dove non arriviamo col talento ci dobbiamo mettere il sudore. Sarà così oggi, ragazzi, ma sarà così per tutta la vita. Lo sport come palestra di vita.
Nonostante siamo a un torneo, anche in questo caso i mister si accordano per l’”autoarbitraggio”. Si cresce anche così, anzi più così che in altro modo. La responsabilizzazione aiuta l’interiorizzazione delle regole in una maniera più dolce ma più profonda. Le regole del gioco ti entrano dentro e ti si radicano. E, insieme alle regole, il fair play.
La partita fila infatti liscia come l’olio e i 40 minuti non hanno bisogno di interferenze esterne che non siano i fischi di inizio e fine tempo. Bravissimi ragazzi!
Si comincia. Si alza il sipario ragazzi, forza!!!
Sono bravi loro: intorno al numero 10 i “blues” costruiscono meglio ma ci difendiamo bene, guidati dai due nostri direttori d’orchestra che, a turno, dettano il tempo di un’opera fatta di grinta e volontà assolute: Luca e Tommaso.
In contropiede arriviamo più volte là davanti ed è incredibile quante volte manchiamo il gol, chissà, magari anche solo per incredulità di esservi così vicino…
Tra un errore e un altro ce ne fanno 3 (tutti il loro numero 10, in realtà), prima che Luca metta Lorenzino a tu per tu col portiere avversario e stavolta il nostro bomberino non sbaglia. Grande Lollo!
Continuiamo a lottare e far bene ma chiudiamo il tempo sul 1-4. Sembriamo spacciati ma non sarebbe giusto, no e stavolta -a differenza di mille altre volte- se ne accorge anche il destino.
Michele gli chiede di provarci ancora, ai ragazzi. Si sta divertendo anche lui. Ci stiamo divertendo tutti ed è uno spettacolo meraviglioso.
Ci siamo Mister! E si riparte.
Siamo dei Leoni davvero. E stavolta più che mai crediamo nel miracolo.
Difendiamo meglio stavolta e nonostante sotto porta continuiamo a sbagliare, siamo sempre più presenti e un azione a 3 tocchi sull’asse Diego-Antonio porta la determinazione di Tommaso in porta con tutto il pallone. 2-4!
Continua la battaglia ma comincia ad aprirsi qualche spazio e cominciamo a funzionare davvero bene in contropiede: dalla metà campo Antonio scarta un avversario e si invola a 100 all’ora verso il portiere avversario. Tocco preciso e palla in rete! 3-4!
Subiamo un altro gol ma non crolliamo. Di 3 calci d’angolo consecutivi battuti da Antonio dalla zona di destra una finisce rocambolescamente in rete non trattenuta dal portierato avversario. E’ il gol di nessuno ma in realtà di tutti i nostri: ogni centimetro di rotazione di quella palla appartiene a ciascuno di quei ragazzi in campo e fuori e alla loro voglia di crederci! 4-5!
Manca un gol ancor e manca il sigillo di Luca che non si fa attendere. Il nostro direttore d’orchestra non fallisce l’ultima occasione e ci regala un incredibile pareggio.
5-5! L’araba Fenice veste di bianco e risorgiamo mirabilmente dalle nostre ceneri ancora una volta. C’è un gran cuore in tutto questo e fuori dal campo siamo tutti pieni di ammirazione per questi ragazzi.
Anche il nostro mister li osserva ammirato continuando a dare indicazioni ai nostri ragazzi: “non smetterei mai di vederli giocare”, dice, più volte durante l’incontro. E, poi, mentre ci incamminiamo verso l’ultima doccia della stagione.
“Non smetteremmo mai di vedervi giocare, ragazzi”
Ed è forse la frase sintesi di questa stagione. Che racchiude la bellezza di ogni vostro gesto e il modo in cui ci arriva dentro ogni volta.
Nelle parole di Michele, del nostro mister, le emozioni di un anno condensate in una partita; la sua gratitudine a questi ragazzi; la nostra gratitudine a lui ma ancor più a loro che con le loro abilità e incapacità (momentanee) ci hanno regalato un anno pieno di passione che, cmq, non dimenticheremo mai.
Non smetteremo mai di vedervi giocare ragazzi. Questa volta, con lo sguardo rivolto al futuro.
Intanto, semplicemente…GRAZIE!