Il Sabato … o La Domenica del Villaggio…a Santa Sabina!

Le emozioni di una giornata speciale – 03/04/2016, Santa Sabina

Erano gli anni delle interminabili partite in campi incolti, a volte appena mietuti dal grano, a volta appena abbandonati dal fango lasciato dalla pioggia di un’ora prima.
Erano gli anni dei calci senza sosta nelle piazzette davanti alle chiese o nei cortili delle case; erano gli anni del “chi arriva gioca”, all’insegna del giocano tutti, grandi e piccini, bravi e meno capaci; erano gli anni del “il pallone è il mio e…”, e alla fine si continuava a giocare; erano gli anni che si usciva da scuola e i compiti diventavano l’unico ostacolo alla libertà del pallone e degli amici; erano gli anni in cui dopo i compiti, gli adulti restavano fuori dal campo da calcio e si cresceva organizzando squadre e regole, imparando dai propri errori di organizzazione e di gioco senza che nessuno ci aiutasse a comprenderli e superarli; erano gli anni in cui nessuno e tutti erano gli arbitri della partita, nessuno faceva davvero il portiere; erano gli anni in cui l’amicizia se ne andava a quel paese per una rimessa laterale ingiustamente “arraffata” dalla squadra avversaria, in cui per un fallo di troppo ci si menava quasi tornando a casa con l’”odio” della sconfitta nel cuore…ma che durava il tempo di organizzare la prossima partita, sicuramente il giorno seguente.
Perché era il tempo in cui il “ci si vede al solito posto, solita ora”, stesso campo stessa palla, era una regola non scritta…e non mancava mai nessuno; era il tempo in cui si tornava a casa sporchi di fango e sangue, quando il sole era tramontato da un pezzo, con la mamma dietro la porta pronta a “darti il resto”…ma dentro di te sapevi che quello era il prezzo che si poteva –e doveva!- pagare per la libertà di inseguire la passione, il sogno dato da un pallone mezzo bucato.
Erano gli anni in cui il pallone oltre la rete non significava “meta” (rugbianamente parlando)…ma “metà”, reso tale dalla zappa del contadino del terreno limitrofo, il nostro più acerrimo nemico, dopo i compiti a casa, appunto.
Erano gli anni di Holly e Benji (i campi potevano essere larghi e lunghi…al’infinito), dei mitici “supersantos” e “tango” e solo raramente dal pallone di cuoio; delle porte fatte con due pietre trovate a caso; erano gli anni del Liverpool di Grobbelaar, della Juve di Zoff e Platini e della Roma di Bruno Conti ma anche della Steaua Bucarest, del Porto, del PSV Eindhoven prima che arrivasse il Milan di Sacchi e della storia a chiudere quell’epoca; erano gli anni in cui appena finiva la partita in TV si correva ad emulare le gesta dei nostri miti giù per strada.
Erano soprattutto gli anni del calcio democratico, aperto a tutti, del calcio come palestra di vita prima che di sport, del calcio come occasione per vivere la libertà nella sua essenza più profonda, per crescere con e senza un pallone tra i piedi, per confrontarsi con se stessi e con gli altri.
Erano –anzi sono- quelli, gli anni di noi “Piccoli genitori”, espressione che semplicemente vuole definire sinteticamente il legame aperto tra il sogno e la passione dei bambini che inseguivano quella palla a cavallo degli anni 80 e quelli –classe 2007/2008 più o meno- che facevano lo stesso nella meravigliosa cornice offerta dalla nostra scuola calcio, nella giornata di ieri.
E’ stata grazie alla voglia di sognare chissà cosa, all’idea di noi #primadituttogenitori, alla voglia di assecondare questa non-iniziativa (perché di fatto, non organizzata nel senso proprio del termine ma venuta e cresciuta un po’ così nel tempo intercorso dal pomeriggio di un sabato a quello della domenica successiva) da parte della società Santa Sabina (che ci ha messo a disposizione…qualunque cosa di cui i bambini avessero bisogno per stare bene…GRAZIE!!!!), all’impegno di un foltissimo gruppo di genitori e alla voglia di scendere in campo, di giocare, divertirsi e regalarci ancora e ancora un briciolo di sogno dei nostri splendidi ragazzi che la fantastica giornata di ieri è stata possibile, rappresentando a mio avviso –ma non solo, credo- uno dei momenti più belli, emozionanti ed entusiasmanti della stagione NON calcistica 2015/2016.
Non pensavamo nemmeno noi potessimo trovarci, alle 17:30, ad assistere ad una maratona calcistica fatta di quasi 40 bambini, autodivisisi sulle 3 zone del campo originale del santa sabina con noi genitori a far da tifoseria non organizzata. CHE SPETTACOLO DAVVERO!!!
Questo “articolo” vuole essere solo un grazie ancora a chi ha avuto l’idea e alla società sportiva che ne ha permesso la realizzazione in una condizione di estrema sicurezza e piacevolezza nonché a tutti i genitori interventi. Ma soprattutto l’auspicio che si possa rifare, quanto prima. Perché quella “meravigliosa maniera di un tempo” di vivere il calcio e lo sport resti viva tra noi e diventi parte dei nostri ragazzi. I nostri piccoli grandi campioncini di emozioni!
Grazie a tutti!

Dal nostro inviato e fotografo Vincenzo Iannotta