Imparare per crescere…
In una serata finalmente quasi estiva i colori del Santa Sabina invadono gioiosamente il campo di gioco, dove le semifinali vedono incontrarsi le due rappresentative rossi-blu 2011 e il Giov. Deruta San Nicolò. Nella famosa regola del 50% o del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, se preferite, si tratta di leggere questa sfida casalinga o come un’occasione persa in cui evitare che i bambini dello stesso spogliatoio si affrontassero sul campo, oppure come l’opportunità di godersi insieme la gioia della semifinale conquistata da entrambe le compagini. In fondo, per chi “mastica” un po’ di calcio, la FIGC e la LEGA stessa spesso ci dimostrano – vedi i play off o i play out di SERIE B – che ciò che sarebbe preferibile sul piano delle opportunità va sempre e comunque allineato al diritto e alla norma. In questo caso il regolamento prevedeva che nella combinazione dei gironi stasera fosse derby rosso-blu per i 2011 e a noi piace guardarlo come un bel traguardo di squadra conquistato da tutti i bambini, che alla fine, se vogliamo dirla tutta, in ogni allenamento fanno la famosa partitella con formazioni più o meno rimaneggiate. La sfida inizia un po’ in sordina con le formazioni che si studiano con attenzione, anche perché si conoscono bene e non vogliono scoprirsi. Il match stasera parla un linguaggio sportivo confidenziale, perché in fondo è una vera amichevole. Noi che da fuori siamo abituati alle più fantasiose forme di esultanza ad ogni rete, spaziando da Ronaldo a Dybala e chi più ne ha più ne metta; o che tratteniamo il respiro per le strazianti scene di rovinose cadute e simulazioni improvvisate copiate pedissequamente dalla tv di casa; stasera non assistiamo a niente di tutto questo. Impressionante e da sottolineare, quindi, il grande rispetto che si sono tutti reciprocamente dimostrati, che dovrebbe essere la norma e che noi, genitori, dovremmo rimarcare positivamente. Questa sera, da fuori, nel vederli giocare, almeno dall’angolino di questo modesto punto di vista, appariva la sana voglia di vincere di entrambi, un giusto ed equilibrato agonismo, sempre nel rispetto di ogni compagno di squadra e la misurata esultanza fiera e autentica di chi gioisce per il suo goal ma senza il ben che minimo cenno di sfida all’avversario; perché ai bambini era assolutamente chiaro che l’avversario odierno era loro compagno di squadra. Chi abbia vinto o perso ve lo lasciamo consultare dalla app, poco importa, perché quel che conta è che stasera ogni genitore aveva l’occasione, dal canto suo, di stare fuori dal campo a guardare dei compagni di squadra gareggiare tra loro proprio come giocherebbero in qualsiasi campetto sotto casa, perché alla fine, per quando tutti amici, anche giocando in mezzo alla strada bisogna dividersi in due squadre se si vuol fare una partitella… e i nostri figli lo sanno bene. A seguire la serata ci ha riservato il doppio match contro il Deruta- San Nicolò che, alla fine, si è aggiudicato il passaggio alla finale. Sospendiamo il giudizio sull’aspetto tecnico e sul risultato del campo, sfumato per un soffio tra le lacrime dei ragazzi che hanno “lottato” col cuore, mettendoci ogni goccia di sudore, con i piedi di chi era in campo ma con la forza e la grinta di tutti quelli che erano in panchina e che pur giocando 1 minuto, 2 minuti o 3 minuti, sono parte della squadra sempre e comunque. Gli ultimi minuti di gioco purtroppo non ci hanno restituito niente che avesse a che fare con il fair play, non tanto dei giocatori, come nella maggior parte dei casi a questi livelli, quanto dei genitori che si sentono sempre in diritto di sfogare più o meno gratuitamente la propria ira su chi svolge un servizio volontario e non retribuito per aiutare e certamente non per conquistare la Champions League. Ma chissà qualche volta da fuori della rete del campo quale film uno pensi di vedere per sentirsi autorizzato e legittimato a certe scene, totalmente sproporzionate alla realtà dei fatti. Un grazie speciale a Mister Piccoli che per rasserenare i ragazzi, calmare gli animi e lasciare i bambini contenti, dopo aver ricordato a chi di dovere qualche regola fondamentale sui valori dello sport, si è unito a tutti i genitori per cenare insieme con i bambini. E grazie anche a Mister Fochini per l’ormai nota educazione che sa infondere di riflesso a tutti i ragazzi. Dopo il primo morso di torta o di pizza già i sorrisi avevano preso il posto delle lacrime. Neanche il tempo di un boccone e i nostri piccoli grandi campioni di fair play sono andati tutti fuori a giocare e i genitori sono rimasti a brindare all’onesta capacità di saper fare un passo indietro, con un bel 1 2 3 SANTA SABINA OLE’.